La scelta di Bourne by Robert Ludlum & Eric Van Lusbader

La scelta di Bourne by Robert Ludlum & Eric Van Lusbader

autore:Robert Ludlum & Eric Van Lusbader
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788858617953
editore: Bur
pubblicato: 2011-03-22T23:00:00+00:00


Capitolo 25.

Nonostante fosse cresciuta con una zia che soffriva di attacchi di panico, Soraya non aveva mai capito la natura di questo disturbo. Riguardo alle crisi, la zia raccontava che era un po' come avere un sacchetto di plastica sulla testa, e di sentirsi soffocare a morte. Soraya la vedeva raggomitolarsi su una sedia o rannicchiarsi in un letto e si chiedeva come diavolo fosse possibile provare una cosa del genere. In casa i sacchetti di plastica erano proibiti. Come poteva una persona sentirsi soffocare quando non aveva niente sul viso?

Ora capiva.

Uscendo dal covo dell'NSA senza Tyrone, gli alti e pesanti cancelli ormai alle spalle, iniziarono a tremarle le mani dietro il volante. Il cuore le rimbalzava dolorosamente in petto. Sul labbro superiore, sotto le braccia e sulla nuca si era formato un velo di sudore. Ma la cosa peggiore era che non riusciva a respirare. La sua mente aveva l'irrequietezza di un ratto in gabbia. Annaspava, cercando rumorosamente di introdurre aria nei polmoni. In breve, si sentiva come se stesse soffocando a morte. Poi il suo stomaco si ribellò.

Appena potè, si accostò sul lato della strada, uscì e si diresse barcollando verso gli alberi. Cadendo sulle mani e le ginocchia, vomitò il dolce tè di Ceylon col latte.

Ora Jason, Tyrone e Veronica Hart erano in un terribile pericolo a causa dell'avventata decisione che aveva preso. Il solo pensiero la sgomentò. Una cosa era essere a capo di un'agenzia a Odessa, un'altra era essere direttrice. Forse si era assunta una responsabilità maggiore di quanto fosse in grado di gestire, forse non era dotata di quei nervi d'acciaio necessari per prendere decisioni così difficili. Dov'era finita la sua tanto ostentata sicurezza? Era rimasta nello stanzino degli interrogatori dell'NSA con Tyrone.

In qualche modo riuscì ad arrivare ad Alexandria, dove parcheggiò. Rimase seduta in macchina, la fronte sudaticcia appoggiata sul volante. Cercò di pensare in modo coerente, ma il suo cervello sembrava immobilizzato in un blocco di cemento. Alla fine scoppiò in lacrime.

Doveva chiamare Deron, ma era terrorizzata dalla reazione che avrebbe avuto. Doveva dirgli che aveva permesso che il suo protetto fosse catturato e torturato dall'NSA Che aveva combinato un casino. E che non aveva idea di come rimediare alla situazione. La scelta che LaValle le aveva imposto -Veronica Hart per Tyrone - era inaccettabile.

Dopo un po', si calmò abbastanza da uscire dall'auto. Si infilò tra la folla ignara della sua agonia, come una sonnambula. Le sembrava sbagliato che il mondo girasse come sempre, profondamente distaccato e indifferente.

Si spinse fino a una piccola sala da tè. Mentre frugava nella borsa alla ricerca del cellulare vide il pacchetto di sigarette. Una sigaretta le avrebbe calmato i nervi, ma fumare fuori al gelo l'avrebbe fatta sentire ancora di più un'anima persa. Decise di rimandare il momento a quando sarebbe tornata all'automobile. Appoggiò il cellulare sul tavolo e lo fissò come se fosse vivo. Poi ordinò una camomilla che la calmò abbastanza da permetterle di tenerlo in mano. Digitò il numero di Deron, ma quando udì la sua voce la lingua le si appiccicò al palato.



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